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Mi disegno il Recap

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Per programmare gli appuntamenti uso Google Calendar da sempre, cioè da quando, nel 2006, fu rilasciata la prima versione. Mi trovo bene e mi evita l’impegno di portare sempre con me un’agenda cartacea, dato che si può comodamente gestire con lo smartphone. Eppure, dal 2020 ho sentito nuovamente l’esigenza di avere un’agenda cartacea. Non la uso, però, per programmare gli appuntamenti e neppure per scrivere un diario giornaliero. La uso come un recap . Il recap mi serve per avere una visione settimanale di quanto ho effettivamente realizzato . Non di tutto ciò che ho fatto, ma di quello che ritengo utile ricordare di aver fatto. Questo anche perché su Google Calendar non tengo traccia del passato. Vero che le cose più importanti finiscono in Notion , che è il mio second brain ; ma è altrettanto vero che la visione su carta di quanto ho portato a termine mi dà un quadro di insieme che con Notion - non so perché - non riesco a percepire.  Il problema dell’usare un’agenda come ...

Note, che passione! #2

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Il mio sistema di annotazione muta e si adatta di continuo alle mie esigenze. Se, nelle mie abitudini, subentra una novità tale da rendere necessario un cambio degli strumenti che uso per prendere nota, non esito a cambiare: sono gli strumenti che devono adattarsi alle mie necessità e non io a loro. Ciò per dire che, oggi, sono tornato a usare una app che avevo smesso di usare qualche tempo fa (mandando in pensione quella che l'aveva sostituita) e ho aggiunto un Rocketbook tra i miei blocknotes cartacei. L'app che è tornata nei miei device è Google Keep e ho sostituito Todoist con Google Calendar (che non ho mai smesso di usare). Le mie liste su Tasks Google Keep è tornata a luglio in seguito alla lettura del volume Detto, fatto! di David Allen e all’adozione delle liste per catalogare le mie cose da fare .  Ora suddivido molti dei miei task in base al luogo in cui essi possono essere svolti. Ovviamente, quelli che hanno una data di scadenza, vengono visualizzati in Google C...

Su un altro pianeta o, meglio, no

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Su un altro pianeta di Amedeo Balbi edito da Rizzoli è un gran bel saggio che anche coloro che non sono appassionati di Futuro, viaggi galattici e fantascienza dovrebbero leggere, perché parla di noi, oggi. Balbi presenta al lettore “lo stato delle cose”: cosa sappiamo dei rischi che a breve e a lungo termine possono determinare una catastrofe planetaria; quali sono le possibilità, per l’umanità, di poter colonizzare altri pianeti del Sistema solare; quali quelle di poter intraprendere un viaggio di conquista di pianeti di altre galassie. Balbi - astrofisico e divulgatore scientifico - nel volume - scritto in modo che chiunque possa capire anche senza possedere una cultura scientifica specifica - affronta la questione della “colonizzazione” sia dal punto di vista della fattibilità tecnologica; sia da quello delle implicazioni socio-psicologiche che comporterebbe; ma anche da quello dei limiti dettati dalle leggi della Fisica e da quelli biologici che il nostro corpo ci impone. Una pa...

L'inchiesta su Facebook

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Le giornaliste del “New York Times” Sheera Frenkel e Cecilia Kang sono le autrici di Facebook: l’inchiesta finale edito da Einaudi nel 2021. Si tratta di un saggio che presenta al lettore il lavoro davvero colossale e approfondito che le due autrici hanno svolto nel corso di anni, intervistando centinaia di persone legate a Facebook e analizzando gli eventi che hanno coinvolto la società. Dall’indagine ne esce un quadro che dipinge Facebook con colori scuri e inquietanti: il social network, a detta delle autrici, sarebbe una società che persegue i profitti e il potere a tutti i costi. Una società nella quale non ci si farebbe scrupoli a calpestare il diritto alla privacy degli utenti, messi, peraltro, a rischio anche dal lato della loro sicurezza personale. Una società per la quale il perseguimento degli obiettivi (i profitti e il potere) possono anche andare contro i più alti e comuni interessi di difesa dei sistemi democratici globali. Gli esempi portati dalle autrici a supporto de...

Un mese con Temu

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Mi sono iscritto al negozio online Temu il 10 settembre scorso e ho subito fatto acquisti. I primi due ordini La sera stessa della mia iscrizione, ho comprato articoli per un valore totale di € 103.40, facendo due ordini distinti. Siccome tali prodotti erano in offerta, ho effettivamente speso € 42.12 - spedizione compresa - risparmiando, così, € 61,28. Purtroppo, due degli oggetti che avevo scelto, nel frattempo, sono andati esauriti. Temu, perciò, mi ha rimborsato il loro valore e mi ha accreditato altri 5 euro per scusarsi per il disagio. Tutti gli oggetti del primo ordine mi sono arrivati integri, ma in lieve ritardo. Temu - come da policy - mi ha riconosciuto un bonus di € 5 perché la consegna non ha rispettato i tempi. Invece, il “vassoio-scrivania da letto” comprato con il secondo ordine della giornata è arrivato in tempo, ma palesemente rotto. Mi sono, quindi, subito attivato per fare il reso e ottenere il rimborso di quanto speso. La procedura da seguire è stata semplice e il...

La mia nuova stampante multifunzione

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Lo ammetto: per anni ho creduto che avrei finito per non avere più bisogno di una stampante. In effetti, per un certo periodo, ho stampato poco. Anche lo scanner lo usavo poco, perché usavo la fotocamera dell’iPad. Poi le cose sono cambiate. A partire, più o meno, dall’emergenza Covid, ho iniziato ad avere l’esigenza di stampare con sempre maggiore frequenza. Siccome la mia vecchia stampante multifunzione (che tenevo a casa di mia madre) proprio non ne voleva sapere di fare delle stampe dignitose, stampavo sempre in bianco e nero con la laser. Ciò significava che, necessariamente, per stampare dovevo essere a casa mia (dove si trova la laser), anche se il documento che dovevo trasferire su carta serviva a mia madre. Oggi mi sono deciso e ho comprato una stampante multifunzione nuova: la Epson ET-2810 che, al posto delle vecchie cartucce di stampa, ha 4 serbatoi per gli inchiostri. Questa, da oggi in poi, è la stampante che lascio a casa di mamma. Dato che più che da computer, credo ch...

Il mio nuovo smartphone

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Ieri pomeriggio, dopo quasi 5 anni di onorato servizio (esattamente a partire dal 24.01.2019), ho mandato in pensione il mio vecchio smartphone Huawei P smart e l’ho sostituito con il nuovissimo Xiaomi 13T . Le differenze tra i due device sono notevoli e si percepiscono fin dal primo utilizzo: il vecchio dispositivo aveva un display di 5.65”, mentre lo schermo del nuovo ha una diagonale di 6.67”; il vecchio aveva 32GB di memoria, mentre il nuovo ne ha 256GB; la RAM del vecchio era di 3Gb, mentre quella del nuovo è di 8GB; il vecchio dispositivo aveva una fotocamera frontale di 2MP e quelle principali di 13MP, mentre il nuovo ha una fotocamera frontale di 20MP e quelle posteriori di 50MP e le lenti sono Leica; infine, il vecchio era 4G, mentre il nuovo è 5G. Ieri sera e questa mattina ho “giocato” con il nuovo smartphone, raggruppando le app in cartelle e sistemando i widget che uso sulle varie schermate. Le prime impressioni di utilizzo sono tutte assolutamente positive.