Non sapeva spiegarsi perché, ma la nuca gli restava perennemente bagnata a causa del sudore. Altre parti del corpo gli si asciugavano, ma la nuca no: sempre bagnata, sempre appesantita dal ciuffo di capelli stanchi anch’essi avviliti dal sudore. Il clima era quello che era: un caldo torrido da settembre a luglio e il mese di agosto tempestato dai monsoni tropicali. Milano, decisamente, non era più quella di una volta, quella che lui aveva imparato a conoscere da adolescente, quando, dalla periferia, si muoveva con il resto del branco e scorrazzava per le vie del centro in cerca di compagnia. No, Milano non era più quella di una volta: il fetore si era fatto insopportabile e il rumore era diventato indefinibile. Eppure, c’era stato un tempo in cui lui, ancora, giurava che Milano era una bella città. Una città nella quale poter scoprire angoli inaspettati rigogliosi di verde. Una città nella quale fare incontri che potevano lasciarti vivo e orgoglioso di te, se non addirittura del genere...