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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

Il poeta e la sua Isola

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Da molti anni mi occupo di Salvatore Quasimodo tra le altre cose curando i siti salvatorequasimodo.it e casaquasimodo.it . Non potevo, quindi, non recensire il saggio che Antonio Guerrieri ha scritto su Quasimodo, Modica e la Sicilia .

Gli adolescenti amati da Lord Byron | Parole GLBT

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In serata ho ultimato la lettura di I frutti acerbi. Lord Byron, gli amori & il sesso saggio nel quale  Vincenzo Patanè ricostruisce senza reticenze la vita amorosa e sessuale di uno dei più grandi personaggi dell’Ottocento. L'ho subito recensito su Parole GLBT .

Mio padre era

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Mio padre era un uomo mite che, spesso, si teneva tutto dentro. Un uomo che molto ci ha amato (a me e mia madre) e molto è stato amato (da me e mia madre). Capace di grandi sacrifici per poter far vivere dignitosamente la sua famiglia a cui è sempre stato visceralmente legato. Ma mio padre era anche un uomo che non sapeva rinunciare alla battuta, anche tagliente, e che faceva dello spirito su tutto e tutti. Anche quando, alcuni anni fa, ha dovuto affrontare dei gravi problemi di salute che lo hanno costretto a un lungo ricovero ospedaliero, non ha mai smesso di fare dell’ironia con quella sua arte dello sfottò tipica di certi napoletani. E si poteva essere sicuri che, se ti stava prendendo in giro, era perché ti aveva aperto le porte del suo mondo. Ripeteva spesso che sarebbe morto sfottendo. In un certo senso ci è riuscito: giovedì mattina è morto subito dopo aver riso e scherzato con mia madre. Il suo cuore, improvvisamente, ha smesso di battere. Per tale s

Un Platonov visivamente potente | AMLETO

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Foto di Manuela Giusto Nel pomeriggio sono stato al Teatro Fontana di Milano per assistere alla messinscena del Platonov di Anton Čechov per la regia di Marco Lorenzi . Uno spettacolo intelligente, con ritmi incalzanti e visivamente potente. Ne ho scritto più diffusamente su AMLETO .

Il Platonov di Anton Čechov

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Domani andrò a vedere e a recensire il Platonov di Anton Čechov messo in scena dalla compagnia torinese Il Mulino di Amleto. Non conoscevo il testo e, dopo non poca fatica per procurarmene una copia, in questi giorni l'ho letto. Questa mattina ne ho scritto su AMLETO .

Sto bene così

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Ok, a febbraio, se ci arrivo, ne faccio 50. Un bel numero pieno. Mi piace. Ma, sarà che tutte le mattine mi sveglio ancora con il durello come fossi un adolescente, io questi 50 non me li sento. O, meglio, non mi sento il classico 50enne. Quello rispettabile, di successo, con il portafogli pieno di carte di credito rilucenti, la bella moglie al fianco, con i figli da mantenere, con la macchina di rappresentanza e il cane da portare a pisciare. No, io non mi sento e non sono quel tipo di 50enne. Io sono rimasto un ribelle. Un cane sciolto. Uno con il piercing all’uccello. Me ne fotto di quello che gli altri possono pensare di me e della mia vita. Ma, soprattutto, me ne fotto dei traguardi da tagliare e che non taglio e non taglierò. Sto bene così.