Credo che in Italia non si riesca a realizzare un buon prodotto editoriale, in quanto si è succubi degli inserzionisti pubblicitari. Se si guarda con un occhio smaliziato alle pubblicazioni periodiche edite in Italia, infatti, si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte a prodotti artefatti, se non addirittura falsi e privi di autentici contenuti. Mi riferisco a riviste che mancano di una precisa identità culturale ed editoriale, assemblate, molto probabilmente, sotto l’occhio attento (ma strabico) dei pubblicitari, i quali badano solo che la loro inserzione sia ben impaginata. Mi chiedo, però, fino a che punto non si riesca a capire il fatto che un prodotto senza identità, senza spessore, è un prodotto destinato inevitabilmente a perdere lettori. Non sarebbe più lungimirante (oltre che onesto) dedicarsi alla creazione di una rivista che voglia comunicare con i propri lettori, piuttosto che confezionare cataloghi commerciali mascherati da riviste?