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Visualizzazione dei post da novembre, 2013

Lavapiubianco

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Pubblicato per la prima volta nel 1998 dalle Edizioni dell’Ariete di Siracusa, Lavapiubianco è il mio primo romanzo che, nel 2009, ho ripubblicato con Lulu.com  sia in forma cartacea, sia come ebook. Il romanzo narra la storia d'amore del protagonista per Lavapiubianco, una passione travolgente che non conosce ostacoli o barriere di sorta. Dalla rassegna stampa ALESSANDRO RIZZO, in  « Milk », 12 gennaio 2014. 6. A chi ha voluto rivolgersi Danilo Ruocco con “Lavapiubianco”? A tutti, ma soprattutto a quanti sono chiusi in una gabbia o si nascondono agli altri e a se stessi. Liberatevi e vivete in prima persona. Senza maschere e senza nascondervi. Vivete con il vostro nome e cognome. Siate la vostra Identità (con la I maiuscola). ENRICO PROSERPIO , in «Culturaperta», 17 novembre 2009. "Lavapiubianco è un libro la cui narrazione veloce è zeppa di sessualità senza mai essere volgare. Il sesso, assolutamente libero e mercificato nella nuova società, diventa

McEditori - McLibrai - McLettori

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Leggo molto e molto spendo per leggere (anche se diversi libri mi vengono spediti gratuitamente, dalle case editrici o dagli autori, per recensione). Ogni libro che leggo ne “chiama” almeno un altro che io, prontamente, cerco e compro. Così facendo, ovviamente, si accumulano libri sul comodino che aspettano il loro turno per essere letti… A volte, passano anche mesi (o anni), prima di iniziarli. Ma so che prima o poi li leggo e questo mi tranquillizza. Forse dovrei smettere per qualche tempo di comprare nuovi volumi, ma uscire da una libreria a mani vuote è per me doloroso. Mi piace entrare in libreria e farmi trovare dal libro giusto (sono convinto che sono i libri a trovare i lettori e non viceversa). Anni fa, per un breve periodo, in libreria ci ho anche lavorato. Ho l’impressione che, negli ultimi anni, le librerie siano molto cambiate. Oggi quasi tutte sembrano dei fast food, mentre un tempo mi davano l’idea “romantica” di “negozi per caso”, ovvero negozi a

Meritata la bocciatura di Bergamo a Capitale europea della Cultura

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La bocciatura della candidatura di Bergamo a Capitale europea della Cultura per il 2019 è - a mio parere - pienamente meritata. Bergamo, infatti, d’abitudine, non produce o ospita Cultura di respiro europeo . Anche a livello culturale, infatti, è abbondantemente chiusa su se stessa e per nulla aperta all’Altro, al Diverso. Si pasce e si bea di un localismo culturale di basso profilo che mette i brividi. Mancano, a Bergamo, luoghi (spazi) di tipo europeo in cui tutti i cittadini possano liberamente pensare, creare e fruire “fatti” culturali. Ci sono solo “parrocchiette” (uso il termine in senso estensivo) in cui, metaforicamente parlando, la polvere si mischia all’incenso e in cui la Cultura (quella con la lettera maiuscola e quella di livello europeo) non abita, ma, in casi fortunati, fa sporadiche visite. Come città di respiro europeo, Bergamo mi pare francamente inesistente. Non basta uno scalo aeroportuale per essere davvero internazionali! Bisogna mentalment

Rilettura notturna

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Ieri notte ho riletto una trentina di pagine di Se il grano non muore di André Gide . Mi interessavano le pagine nelle quali descrive il suo incontro in Algeria con Oscar Wilde e lord Alfred Douglas . Devo dire che, in modo sorprendente, non ho fatto alcuno sforzo a ritrovare il brano (che, nell'edizione che possiedo, inizia a pagina 317). Ciò che, invece, mi ha sorpreso è che ricordavo davvero poco e nulla di quanto raccontato da Gide nella sua autobiografia. Ho “approvato” e “apprezzato” le sottolineature che avevo fatto una ventina di anni fa (quando ho letto il libro per la prima volta) e ne ho aggiunte delle altre, frutto di una conoscenza più approfondita della vita di Wilde. In altre parole, ho potuto cogliere un numero maggiore di riferimenti al “caso” Wilde fatti da Gide nelle sue memorie con l’intento dichiarato di smentire quanto da Douglas affermato nel suo Con Oscar Wilde (la cui lettura ho iniziato ieri). Chiuso il libro, mi sono nuovamente chiesto (d

Coppia per Maturo

Nello specchio si vide: la bellezza che fu i fianchi troppo larghi  lo sforzo di un sorriso. Sospirò mentre apriva l'acqua calda. Vestirsi gli fu di conforto: le calze ben tirate  le mutande avvolgenti  la giacca e la cravatta. Sulla porta la ventenne  lo baciò con eloquenza  e il ragazzo sussurrò: Sei davvero un toro. Nel retrovisore dell'auto  gli occhi gli brillarono: nel sesso era maturo e adolescente.