Prigionieri del Tempo | Scena 1
Scena 1.
Tenente: “Da quando sono spariti il pianoforte del laboratorio suona a orari fissi.”
Generale: “Il pianoforte del laboratorio?”
Ten.: “SƬ: il loro laboratorio ĆØ stato ricavato da certe vecchie aule destinate all’insegnamento della musica…”
Gen.: “A cosa stavano lavorando di preciso negli ultimi giorni?”
Ten.: “Non lo sappiamo: non abbiamo il livello di sicurezza necessario.”
Gen.: “Questa storia dei livelli di sicurezza ci sta sfuggendo di mano... Me ne occupo io... Ad ogni modo torniamo al pianoforte. Che significa che suona?”
Ten.: “Emette dei suoni a intervalli regolari.”
Gen.: “E nessuno lo suona?”
Ten.: “Nessuno di visibile!”
Gen.: “OK, sono loro, ĆØ chiaro!”
Ten.: “Lo supponiamo anche noi, generale!”
Gen.: “Voglio che il pianoforte sia circondato dai nostri scanner piĆ¹ potenti!”
Ten.: “Ci stiamo lavorando: devono arrivare dal Quartier Generale.”
Gen.: “E voglio che nella squadra di ricerca ci siano anche degli esperti di segnali in codice e un paio dei nostri migliori sensitivi. I sensitivi, ovviamente, li voglio in presenza; mentre gli altri possono anche mandare i loro avatar.”
Ten.: “Che diciamo loro?”
Gen.: “La veritĆ : tre delle nostre menti migliori, molto probabilmente, sono rimaste prigioniere di un’altra dimensione spazio-temporale.”
Ten.: “Ne riveliamo anche le generalitĆ ?”
Ge.: “No, certo che no!... I nomi li diremo a tempo debito e, soprattutto, quando saremo in un luogo schermato… Mi raccomando: non possiamo permetterci errori!”
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