Il mondo deve saperlo | Giorno X Tarda serata
Giorno X Tarda serata
«Ora devo proprio andare e parto tranquillo: sono sicuro che il futuro è in buone mani!».
Si è alzato e si è sfilato le mutande.
Gli ho chiesto che stava facendo e ha risposto: «Durante il viaggio i tessuti potrebbero infiammarsi e io non voglio correre rischi: anch’io voglio diventare padre!».
Quindi ha afferrato una bottiglia d’acqua e se l’è rovesciata addosso.
Ha aperto un’altra bottiglia e ha ripetuto l’operazione.
Infine ha detto: «Non ti avvicinare per nessun motivo: può essere pericoloso per entrambi… Ci rivediamo nel nostro futuro!... Ok ragazzi, sono pronto!» e mi ha fatto l’occhiolino.
Pochi secondi e il suo corpo ha iniziato a cambiare colore rapidamente, passando dal rosso al blu e, in ultimo, al bianco.
Poi è sparito.
Ero stralunato.
Mi sono alzato.
Ho meccanicamente raccolto le sue mutande. Le ho piegate e messe in tasca.
Ho girato la chiave nella toppa e ho aperto la porta.
Fuori c’erano già il generale e i sei scienziati.
Avevano le facce stravolte.
Io piangevo.
Sì, piangevo.
In silenzio, ma piangevo.
Lei ha aperto le braccia e mi ha accolto materna.
Fine
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