Scrivo con parole che scottano


Maschio Alfa. I corpi di Cristo è arrivato su Amazon Italia e io voglio condividerne qui la Prefazione.
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So scrivere solo in prima persona.
Non è vero, esagero.
Scrivo in prima persona solo la narrativa e neppure tutta.

Scrivo in prima persona molta della mia narrativa. 
Ecco, forse così va meglio.

Scrivo in prima persona perché mi immedesimo nei miei personaggi.
Li vivo, prima ancora di dar loro la parola.

Le mie parole che diventano le loro.
O, forse, sono le loro parole che diventano le mie...

Direi che i miei personaggi si impossessano di me.
Vengo catapultato nelle loro storie.
E le spio come fossi un voyeur.

Scrivo in prima persona perché le loro sono storie personali.
Molto personali: intime.

E usare la terza persona per raccontare una storia intima è da asettico documentarista.
E io non lo sono.

Io faccio mie le loro scelte di vita.
Le loro esistenze.
Ecco perché sento l’urgenza di scriverne.

E se descrivo i fatti senza nascondere nulla e senza falsi pudori, i sentimenti, invece, li faccio solo intravedere.
Li esplicito raramente, perché non c’è bisogno di descrivere un sentimento, di indicarlo al lettore esponendolo sul banco del macellaio.

Non c’è bisogno perché il lettore quei sentimenti li percepisce da solo. 
Li vive assieme ai personaggi mentre legge di loro e dei loro incontri.

Incontri che diventano i suoi.
Scelte che lo interpellano.
Storie che gli bruciano dentro, perché scritte con parole che scottano.

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