Politica è guardare lontano. Bergamo è miope


Fare Politica, a mio parere, significa progettare il futuro e governare il presente.

In altre parole, significa avere una visione di insieme del reale capace di generarne una che guardi al futuro, in modo da creare i presupposti affinché si possano “indirizzare” gli eventi instradandoli verso le mete che si desidera raggiungere e, laddove la visione si rivelasse sbagliata (in parte o in toto), saperla governare correggendola, dando risposte sensate e che abbiano, esse stesse, una visione di futuro.

Ciò detto, mi pare di poter affermare che, oggi, sono davvero pochi, se non pochissimi, i politici italiani (da quelli locali a quelli nazionali) che hanno davvero una visione di insieme tale che generi un’idea di futuro.

Per portare un’esempio concreto di miopia politica, il caso del nuovo ospedale di Bergamo mi pare essere, in qualche modo, calzante.

Quando è stato deciso che si doveva costruire un ospedale che sostituisse quello vecchio, non credo che si dovesse essere una sacerdotessa di Apollo per prevedere che l’equilibrio della città ne avrebbe risentito in maniera marcata.

In particolare, i due quartieri interessati dal trasloco dell’ospedale (quello in cui il vecchio ospedale cessava la sua attività e quello in cui apriva il nuovo), era chiaro che sarebbero mutati profondamente.

Credo, ad esempio, fosse ampiamente prevedibile il fatto che il quartiere in cui si chiudeva l’ospedale avrebbe sofferto per lo svuotamento, diventando una sorta di quartiere periferico da centrale (per il flusso di presenze) che era.

Viceversa, il quartiere in cui si è aperto il nuovo ospedale, da periferico, sarebbe diventato, come effettivamente è diventato, centrale e trafficato, con tutto ciò che questo significa a livello di disagi per i residenti.

Disagi prevedibili anch’essi e a cui si sarebbe dovuto rispondere per tempo o a cui si dovrebbe dare soluzioni sensate e che non creino ulteriori disagi.

Per chi non è di Bergamo, va dato un dettaglio di non poco momento: il posteggio annesso al nuovo ospedale è a pagamento, sia per chi nell’ospedale ci lavora, sia per chi in ospedale si deve recare per ricevere cure o per alleviare le sofferenze dei propri congiunti.

Ora, se già sembra inopportuno che il posteggio di un ospedale sia a pagamento, va aggiunto che esso risulta anche assai caro, specie per chi, in ospedale, deve passarci più di un’ora.

Di conseguenza, nelle immediate vicinanze dell’ospedale, si è generato quel fenomeno che è descrivibile semplicemente come “pargheggio selvaggio”.

E il “parcheggio selvaggio” va a danno dei residenti che non sanno più dove lasciare la propria automobile e si sentono assediati.

Mi pare che le soluzioni da adottare possano essere diverse e esse dovrebbero innanzitutto privilegiare il punto di vista dei residenti, perché sono loro che maggiormente stanno soffrendo per tale situazione che si è venuta a creare per una profonda mancanza di progettualità.

  • Una soluzione, ad esempio, potrebbe essere quella di creare posteggi per i residenti
  • Un’altra potrebbe essere rendere gratuito il posteggio annesso all’ospedale, in modo da invogliare le persone a usarlo. E se non si vuole renderlo gratuito, si possono abbassare drasticamente i prezzi, magari rendendo gratuita la sosta per la prima ora.

Ciò che resta difficile capire è la soluzione che è stata presa e che è apparsa oggi in forma di cartello: sosta a tempo nei posti auto che si trovano nelle vicinanze dell’ospedale. Dalle 9 alle 19 7 alle 20 (novità del giorno dopo), residenti compresi, si potrà lasciare la propria auto massimo 3 ore.

Va da sé che tale soluzione aggiunge, ai residenti, disagio a disagio. Essi non potranno essere liberi di dimenticarsi della propria auto più di tre ore di seguito... 


Una soluzione, quella proposta, che non guarda al futuro, a meno di non pensare che i politici stiano progettando un futuro da schiavi dell’auto per i residenti della zona...

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