Putin despota di tutte le Russie


La Russia di Putin di Anna Politkovskaja (ri)edito da Adelphi (la prima edizione italiana è del 2005) è un saggio folgorante che, purtroppo, è tornato a essere fondamentale per comprendere il mondo di oggi.

Nel volume - come dichiarato dal titolo - viene descritta la Russia sotto Putin e ciò che ne emerge è desolante e raccapricciante al medesimo tempo.

L’Autrice (assassinata nel 2006) descrive tutto il marciume dell’Era Putin raccontando storie documentabili (e da lei documentate fin nei minimi particolari), non mancando di fare nomi e cognomi sia degli aguzzini e sia delle vittime.

Fatti che indignano e, a volte, commuovono fino alle lacrime.


E a capo del vertice della piramide criminale descritta nel corposo volume, la Politkovskaja pone il Presidente Putin.

Un uomo che soffoca ogni forma di libertà; un despota che, per mantenere ben saldo il potere nelle sue mani, non esita non solo a reprimere ogni forma di dissenso, ma si spinge anche a ordinare dei veri e propri massacri e genocidi (come nel caso del Teatro Dubrovska e della Cecenia), fatti passare per “lotta al terrorismo”. 


Un uomo che detta una linea politica neo-sovietica, per la quale l’essere umano in quanto tale non conta, ma è solo un ingranaggio e, perciò, può essere sacrificato, pur di raggiungere i propri scopi.

Uno “zar” che non esita a fare il lavaggio del cervello dei cittadini russi con una propaganda che nulla ha da invidiare a quella tristemente nota e assai efficace del Nazismo.

Un uomo talmente gelido e distaccato da far nascere nell’Autrice il sospetto che non appartenga neppure al genere umano.


Un volume, quello della Politkovskaja di cui si consiglia un’attenta lettura.


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