Il mondo deve saperlo | Giorno X Ore 10.00
«Ci perdoni se abbiamo usato un mezzo di trasporto tanto inconsueto, ma era necessario.»
«Necessario usare un’ambulanza in piena pandemia da Covid?»
«SƬ, ma non si preoccupi: il veicolo era stato sanificato!»
«Ma generale! I miei vicini di casa ora saranno convinti che ho il Covid!»
«Esattamente!»
«E le pare poco?!?»
«Affatto!: era ciĆ² che avevamo intenzione di suggerire con la messinscena. In questo modo lei, per i prossimi giorni, sarĆ per tutti un malato internato in un ospedale e ciĆ² ci consentirĆ di agire mantenendo la segretezza.»
«Non la seguo: davvero, generale, non capisco che intende dire!»
«Abbiamo bisogno di tempo e di non essere disturbati. Per questo il suo smartphone ĆØ stato requisito. A lei come a tutti i partecipanti a questa riunione.»
«A proposito del mio smartphone: gradirei riaverlo, grazie.»
«Lo riavrĆ a missione conclusa, se sarĆ il caso. Altrimenti le forniremo un altro smartphone piĆ¹ sicuro e con un numero segreto. Dipende da come andranno le cose in questi giorni. Ma ora lasci che la presenti al resto del gruppo.» e ciĆ² detto ha avvicinato l’occhio destro a un sensore e la porta che ci stava di fronte si ĆØ aperta con uno scatto sordo e metallico.
Mi ha fatto cenno di seguirlo e siamo entrati in un breve corridoio al termine del quale c’era un ascensore.
Il generale ha messo un dito su un rilevatore di impronte, ha alzato gli occhi al cielo come a dire Che gran seccatura questa sicurezza!, e le porte dell’ascensore si sono aperte.
Una volta dentro, ha premuto il tasto corrispondente a Livello -3 e l’ascensore si ĆØ mosso, non senza qualche inquietante cigolio.
«VedrĆ , staremo comodi.» mi ha rassicurato il generale, interpretando male la perplessitĆ che mi si leggeva negli occhi.
«Ehm… generale… inizio a credere che ci sia stato uno spiacevole scambio di persona: io sono uno scrittore senza alcuna importanza e non certo qualcuno a cui dare accesso a un Livello -3!»
«Ci ha preso per dei dilettanti?»
«No!... Non mi permetterei mai di… » avevo iniziato a dire quando la porta dell’ascensore si ĆØ aperta su una sala riunioni avveniristica, ingombra di tecnologia varia.
Attorno al tavolo piazzato al centro della sala erano comodamente sedute sei persone: cinque uomini e una donna.
«Signori, eccoci qui!».
«Finalmente!» ha esclamato la donna.
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