Mio padre era
Mio padre era un uomo mite che, spesso, si teneva tutto dentro.
Un uomo che molto ci ha amato (a me e mia madre) e molto è stato amato (da me e mia madre).
Capace di grandi sacrifici per poter far vivere dignitosamente la sua famiglia a cui è sempre stato visceralmente legato.
Ma mio padre era anche un uomo che non sapeva rinunciare alla battuta, anche tagliente, e che faceva dello spirito su tutto e tutti.
Anche quando, alcuni anni fa, ha dovuto affrontare dei gravi problemi di salute che lo hanno costretto a un lungo ricovero ospedaliero, non ha mai smesso di fare dell’ironia con quella sua arte dello sfottò tipica di certi napoletani.
E si poteva essere sicuri che, se ti stava prendendo in giro, era perché ti aveva aperto le porte del suo mondo.
Ripeteva spesso che sarebbe morto sfottendo.
In un certo senso ci è riuscito: giovedì mattina è morto subito dopo aver riso e scherzato con mia madre.
Il suo cuore, improvvisamente, ha smesso di battere.
Per tale sua caratteristica, oggi, prima che la bara venisse portata via, ho chiesto a quanti sono venuti al cimitero per l’ultimo saluto di ricordare mio padre con un sorriso.
Ed è con un sorriso che ricorderò sempre il mio papà.
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