Educare il gusto | Il ruolo della critica

Penso che il gusto estetico vada educato costantemente.
Per sgrossare il gusto bisogna leggere, guardare, ascoltare, indirizzando le proprie scelte verso opere pensate per un pubblico colto e raffinato.
Ovviamente, tutte le opere di rilievo hanno piĆ¹ di un livello di “lettura” e ogni fruitore comprende un’opera e la gusta, “facendola sua”, in base alla propria preparazione culturale.
E, naturalmente, piĆ¹ la preparazione culturale del fruitore ĆØ elevata, maggiore ĆØ la sua capacitĆ  di capire l’opera e “appropriarsene” o “rifiutarla”.
Un fruitore colto, diversamente da quello impreparato, ĆØ in grado di penetrare l’opera, andando ben al di lĆ  di una esperienza superficiale che, il piĆ¹ delle volte, non va oltre una reazione emotiva e, quindi, irrazionale.

Ovviamente, la crescita personale del fruitore gli permette di ritornare periodicamente sui propri giudizi a distanza di anni, per rivederli e/o perfezionarli (la qual cosa, in genere, non significa ribaltare il giudizio, anche se ciĆ² ĆØ sempre possibile).
Infatti, ciĆ² che quel fruitore aveva compreso di un’opera una decina di anni prima, sarĆ  diverso da quello che puĆ² gustare con dieci anni di conoscenza approfondita in piĆ¹ nella propria “borsa degli attrezzi”.
Ecco, perchƩ, arrivati a una certa etƠ, diventa quasi necessario riaccostarsi a certi capolavori, per rileggerli con occhi diversi.

Si ĆØ detto che si raffina il gusto attraverso la fruizione di opere pensate per un pubblico colto.
Si potrebbe obiettare, perĆ², che il gusto si sgrossa indipendentemente dal destinatario principale per cui l’opera ĆØ stata pensata.
In realtĆ , personalmente ritengo che un’opera pensata per un pubblico grossolano, difficilmente potrĆ  avere un’azione positiva nel raffinare il gusto di chi la fruisce, a meno che non la si assuma come pietra di paragone negativa.

Si potrebbe anche pensare, poi, che ci siano creatori che non individuano un fruitore privilegiato mentre realizzano la propria opera.
Personalmente, non credo che ciĆ² sia possibile, in quanto si crea sempre pensando a un fruitore determinato che possa apprezzare e capire ciĆ² a cui si ĆØ data la luce.

Ci si potrebbe, ora, chiedere chi puĆ² indirizzare quei fruitori desiderosi di affinare il proprio gusto verso le opere degne di essere viste.
La risposta ĆØ ovvia: le persone competenti, preparate e oneste intellettualmente che, abitualmente, esercitano la critica.
I loro giudizi vanno letti con attenzione e rispetto, la qual cosa, ovviamente, non significa affatto che vadano accettati in toto e senza senso critico.
Sono convinto, infatti, che il ruolo principale della critica sia proprio quello di indirizzare il gusto ed educarlo. 
Ma, anche, stimolare la curiositĆ  e il senso critico di quanti si affidano al critico.
E, infine, aiutare il fruitore a entrare in sintonia con l’opera, accompagnando la sua esperienza culturale.

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