L’Italia attaccata a un muro come un crocifisso


Continuo a credere che togliere i simboli di una religione dagli spazi pubblici vissuti dai cittadini sia un segno di civiltà, di rispetto per tutti, per coloro che credono in quei simboli religiosi e per coloro che non ci credono.
Chi crede, infatti, non ha alcun motivo di desiderare e pretendere che i propri simboli religiosi siano esposti in luoghi non di culto, in quanto dovrebbe capire che nei luoghi della vita civile essi perdono la loro vera funzione di rimando al divino, per diventare dei modi per marcare il territorio.
Non comprendo, quindi, l'ostinazione di certi politici italiani di fronte alle decisioni assunte dall'Unione Europea e il rallegrarsi per il fatto che oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso presentato dall'Italia contro la (famosa) sentenza del 3 novembre scorso che ci obbligava a togliere i crocifissi dalle aule scolastiche.
Ma forse, anche questo è un segno del fatto che l'Italia, oramai, è con le spalle al muro… come un crocifisso.
Ora della questione dovrà occuparsene la Grande Camera e la sua decisione sarà definitiva. Speriamo prevalga la civiltà…

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