Un invito da non ignorare

Su “D” del 20 febbraio leggo un’intervista al direttore del “The Guardian” Alan Rusbridger il quale, alla domanda se la carta stampata si salverà (dai cambiamenti dovuti al progresso tecnologico) risponde:

“Non stiamo a ossessionarci sulla carta, concentriamoci sul giornalismo, senza fissarci su come viene recapitato ai destinatari. Siamo aperti, linkiamoci al mondo, accettiamo le lezioni di Facebook, non barrichiamoci dietro il muro dell’informazione a pagamento”.

Un invito che non dovrebbe essere lasciato cadere.

Purtroppo, molti, troppi giornalisti italiani sono ossessionati dalla carta stampata a scapito del Web.
Credo che le ragioni siano molteplici (anche non “nobili”) e vanno a sommarsi al dato culturale e anagrafico di quei giornalisti che invecchiano in redazioni ormai completamente sorpassate.

Da tempo vado ripetendo - per convinzione personale - che il quotidiano cartaceo non ha più ragione di esistere. 
Mi si ripete che non tutti hanno l’accesso a Internet e non tutti hanno l’età per imparare a usare un mezzo tecnologico tutto sommato nuovo.

Obiezioni che hanno un senso, ma che, se davvero si volesse far fare un salto in avanti all'Italia, potrebbero essere facilmente superate.

Infatti, l’accesso a Internet, per come la vedo io, dovrebbe essere garantito a chiunque e ovunque e possibilmente dovrebbe essere gratis (o comportare un canone annuo risibile, di poche decine di euro).

Per quanto riguarda gli anziani, poi, oggi creare un’interfaccia utente appositamente pensata per loro è davvero un gioco da ragazzi. Basta volerlo.

Ma in Italia, ho come la sensazione che l’accesso all'informazione (quella pluralista e libera) sia ostacolato, piuttosto che facilitato.


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