Videocracy: l'Italia delle tette e dei culi


Erik Gandini (Bergamo 1967) ha realizzato un documentario sul potere in Italia, partendo dal fatto che nel nostro Paese – contrariamente a quanto avviene in consolidate democrazie – il potere politico e quello mediatico coincidono nella persona del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il titolo del documentario (presentato alla Mostra del Cinema di Venezia) è, significativamente, Videocracy (neologismo dal significato facilmente intuibile).

Il film di Gandini parte con immagini televisive di 30 anni fa nelle quali si vede uno dei primi programmi delle TV commerciali: si tratta di un quiz in cui il pubblico può partecipare telefonando da casa. Ad ogni risposta esatta, corrisponde uno spogliarello fatto da casalinghe disinibite. La voce fuori campo spiega che quella era una TV del Presidente (Berlusconi, nel documentario, viene sempre chiamato “il Presidente”).

Dallo spogliarello casereccio e improvvisato alla scorpacciata quotidiana di tette e di culi trasmessa dalle TV del Presidente il salto è breve, ma, soprattutto, la “filosofia” è la stessa: dare agli italiani tante tette e tanti culi per evitare che pensino a ciò che succede nella vita reale, per poterli, in tal modo, governare più tranquillamente. Dare agli italiani, attraverso il mix di tette e culi, luci, lustrini e sorrisi trasmessi dalla TV, la sensazione che il mondo (l'Italia in particolare) sia meraviglioso così come appare in televisione.

Nessun stupore, quindi, se il padrone delle TV commerciali sia anche il Presidente del Consiglio e neppure che questi abbia chiamato al Ministero delle pari opportunità una showgirl: l'ex velina Mara Carfagna.

Il risultato di tale strategia è sintetizzato da due dati riportati nei titoli di coda del documentario nei quali emerge come l'Italia, nelle classifiche mondiali, si piazzi in posizioni preoccupanti sia per quanto riguarda la libertà di informazione (71° posto per Freedom House 2009), sia per quanto riguarda le pari opportunità (67° posto per il World Economic Forum).

I meccanismi che regolano questa videocrazia – nella quale l'80% dei cittadini usa la televisione per informarsi e, dunque, per diventare popolari basta apparire – sono assai bene spiegati dal mussoliniano agente televisivo Lele Mora (molto amico del Presidente) e dall'eroe negativo Fabrizio Corona (molto amico di Lele Mora), sfrontato al punto da reggere un prolungato nudo frontale girato, prima, mentre si doccia e si depila e, poi, mentre si cosparge il corpo di crema. 
Alla loro voce si affianca quella di Ricky, un ragazzo come tanti che sogna la celebrità e che non esita a dichiarare che, se gli si proponesse di girare un film da protagonista, sarebbe anche disposto ad andare a letto con gli uomini che hanno in mano le chiavi del potere.
In Italia si può accettare qualsiasi compromesso pur di andare in TV...

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