La cometa che distrusse la civiltà


In Il ritorno degli dei Graham Hancock riprende, a distanza di venti anni, i suoi studi sull’archeologia antidiluviana che aveva presentato in Impronte degli dei.

L’approccio, in entrambi i testi, è di andare oltre le acquisizioni archeologiche mainstream, per affrontare la materia con mente aperta e senza preconcetti di alcun tipo.


Ciò ha portato l’Autore de Il ritorno degli dei a ribadire quanto già scritto in precedenza: prima del Diluvio, esisteva una civiltà altamente progredita tecnologicamente che fu spazzata via da un evento catastrofico e i cui superstiti si assunsero l’onere di trasmettere le proprie conoscenze al resto dell’umanità che era ben lungi dall’aver raggiunto un grado di sviluppo pari al loro.


Hancock, tenendo conto delle acquisizioni di varie discipline scientifiche, ritiene che a distruggere la civiltà antidiluviana sia stato un impatto cometario che ha scatenato una serie di catastrofi che hanno coinvolto una parte enorme del globo terracqueo, in particolare, il Nord America, parte dell’America Centrale e parte dell’Europa Settentrionale.

In seguito a tali catastrofi, si verificò il Dryas Recente.


La civiltà che ne fece le spese fu, per Hancock, quella allora più progredita, ovvero quella di Atlantide.

I superstiti, come detto, decisero di trasmettere le proprie conoscenze agli umani non ancora tecnologicamente progrediti.


Ma, i saggi atlantidei, non si “limitarono” a trasmettere le conoscenze acquisite ai loro contemporanei: essi decisero di trasmettere un messaggio anche ai posteri.

E il messaggio non è affatto tranquillizzante: l’impatto con una cometa non solo è sempre possibile, ma è probabile che si verifichi nuovamente prima del 2040.

Un messaggio che, se bene interpretato, non lascia tranquilli.


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