Camerati schiaffeggiati | Parla la gola profonda di CasaPound


Paolo Berizzi in Il libro segreto di CasaPound edito da Fuori Scena “cede la penna” a un militante di primo livello dell’organizzazione fascista che, dall’interno, racconta in prima persona alcuni retroscena riguardanti, soprattutto, i vertici (“capi e capetti”, come li definisce lui) di CasaPound.


Si parte con il descrivere la notte durante la quale cinque “incursori” entrano nel palazzo di via Napoleone III a Roma e lo occupano, e si prosegue con lo svelare fatti e circostanze che non erano mai uscite dalle mura di quel palazzo (la CasaPound occupata con la quale l’opinione pubblica identifica il movimento fascista omonimo).


Vengono tracciati i “profili” di coloro (tutti rigorosamente maschi) che guidano, o hanno guidato, l’organizzazione - a partire da Gianluca Iannone e Simone Di Stefano che l'hanno fondata - e si parla anche di quelle poche donne che in CasaPound hanno (o hanno avuto) un ruolo - seppure di sponda - che andasse oltre quello di “donna del capo”.


La gola profonda non tace i nomi dei finanziatori occulti dell’organizzazione (definiti “Unici”) ed entra nel dettaglio dei rapporti di personaggi politici di primo piano come Giorgia Meloni e Matteo Salvini con esponenti di punta di CasaPound.

Di Giorgia Meloni vengono anche riportati i nomi dei militanti con la quale ha intrattenuto rapporti di natura sentimentale.


Molta cura viene posta nel descrivere le dinamiche interne al gruppo: ogni militante deve dimostrare la propria totale adesione “all’Idea” e la propria fedeltĆ  ai “capi e capetti” di CasaPound.

Il “regime” di obbedienza viene mantenuto a suon di schiaffoni, educativi o punitivi che siano: chi sgarra viene schiaffeggiato pubblicamente e non ha diritto a lamentarsi o a chiedere un confronto dialettico.

Inoltre, i militanti vengono perlopiù tenuti all’oscuro di quanto davvero accade ai vertici dell’organizzazione.


Regole e comportamenti dal sapore manipolatorio che danno il senso, non solo del verticismo esasperato in vigore in CasaPound, ma anche del carattere tutto sommato remissivo di quanti vi aderiscono, i quali le accettano senza fiatare.

Alla luce di quanto raccontato dalla gola profonda, i militanti di CasaPound più che “guerrieri”, sembrano dei disagiati in cerca di un padre-padrone che li tenga in riga.


In definitiva, Il libro segreto di CasaPound descrive un’organizzazione moribonda, gestita - a far data dalla fuoriuscita di Simone Di Stefano - da persone che non hanno più una visione chiara di dove vogliono andare e che sembrano più inclini a pensare al proprio tornaconto che alle sorti della comunitĆ  di persone (moltissime delle quali giovani) che a loro si affida completamente.


Un libro, quello di Berizzi, che fa luce su molte questione interne a CasaPound e che, per tale ragione, va letto con attenzione.


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