Giulio Regeni | Qualcosa non quadra

Un anno fa (il 25 gennaio, ma la notizia fu diffusa solo il 31) Giulio Regeni veniva rapito e, nei giorni che seguirono, il giovane fu torturato e ucciso.
Il corpo straziato e senza vita di Giulio fu ritrovato ai margini di un'autostrada il 3 febbraio 2016.

Una morte orrenda la sua. 
Ucciso, con ogni probabilità, perché considerato un agente dei servizi segreti italiani o inglesi.
Ma Giulio Regeni, per quanto se ne sa, era solo un ricercatore universitario.


In Egitto sono state date diverse spiegazioni della morte di Regeni: prima è stato ipotizzato un incidente stradale; poi una sessione di sesso gay estremo a base di droghe; infine sarebbe stato vittima di una banda specializzata in rapimenti e furti ai danni di stranieri. 
Solo di recente la procura generale del Cairo ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio alcuni poliziotti che avevano indagato su Regeni poco prima che fosse rapito.

Sembrerebbe che la verità, pian piano, stia venendo a galla.
Eppure, lo ammetto, c’è qualcosa in tutta la storia che non mi torna.
Forse suggestionato dai depistaggi messi in atto da subito e dai troppi non detti, non riesco a convincermi che Regeni fosse solo un ricercatore universitario.

Ma davvero era (solo) un ricercatore universitario? 
Se sì, perché la docente Maha Abdelrahman (tutor di Regeni) inspiegabilmente non ha voluto parlare con il pm Sergio Colaiocco che, per incontrarla, è volato fino a Cambridge?* 
Non può essere che, oltre che ricercatore universitario, Regeni era anche un agente dell’intelligence sotto copertura? Un agente particolarmente brillante e preparato, proprio in quanto accademico? Un analista impegnato a rendicontare quanto vedeva? 

Cosa ci vieta di avanzare tale ipotesi? 
Si ricordi, ad esempio, che Regeni «dal 2013 al 2014 aveva avuto un contratto di consulenza con la Oxford Analytica, una compagnia specializzata in "analisi globale" per multinazionali, istituti finanziari e governi. [...] <E> risulta che alcune delle docenti di Regeni abbiano rapporti con grandi agenzia di sicurezza private.»**  
Esattamente la Oxford Analytica che tipo di analisi fornisce ai governi? 
E se il ruolo di accademico di Regeni era (anche) una utile copertura per poter svolgere il lavoro di analista per l’intelligence?

Certo, la famiglia ha sempre smentito che Giulio fosse un uomo dei servizi segreti. E non vi è alcun motivo per non credere nell'assoluta buona fede dei familiari.
Ma Giulio potrebbe anche non aver avuto la volontà di mettere al corrente i suoi più stretti familiari del suo essere un analista dell’intelligence.

Davvero Regeni non era un agente dei servizi?
Eppure il giornalista investigativo Marco Gregoretti riferisce di aver appreso che Giulio Regeni era «un agente di primo livello, non un semplice collaboratore»*** dell’AISE (Agenzia informazione sicurezza esterna). 
Va ricordato, però, che, proprio in seguito a quanto scritto da Gregoretti, i servizi segreti italiani hanno smentito il fatto che Regeni fosse un agente dell’AISE.
Come non credere alla smentita dei servizi segreti?

Eppure, ripeto, a me, qualcosa, in tutta questa vicenda, non quadra… 
Se davvero, come tutto lascia pensare, sono stati i servizi segreti egiziani ad aver rapito, torturato e ucciso Giulio, cosa li ha spinti, dopo aver “attenzionato” per parecchi giorni Regeni****, a ritenere che il giovane ricercatore potesse avere un ruolo nei servizi segreti stranieri? 
Le loro paranoie li ha spinti a distorcere del tutto la realtà?

Ad ogni modo, fosse vero che Regeni era un agente dei servizi, ciò, sia chiaro, non giustifica il fatto che sia stato torturato e ucciso!
Non lo giustifica in Egitto e non lo giustifica in Italia.

Forse è ancora presto perché tutta la verità sia raccontata fino in fondo da ogni attore della vicenda.

_____________

* Si veda F.(LORIANA) B.(ULFON), Omicidio di governo, in “L’Espresso”, 22 gennaio 2017.
** GIULIANO FOSCHINI, "Cresce il malcontento", ecco l'ultimo report inviato da Regeni alla prof, in “Repubblica.it”, 16 febbraio 2016
*** MARCO GREGORETTI, Giulio Regeni era un agente segreto di primo livello. Potevano salvarlo. Ma non ci sono riusciti, in marcogregoretti.it, 14 febbraio 2016Marco Gregoretti, tra l’altro, nel 1998 ha vinto il Premio Saint-Vincent per aver svelato gli stupri e le torture a margine della Missione di pace in Somalia.
**** Pare che Regeni fosse stato attenzionato dall’8/9 dicembre fino a oltre il 20 gennaio 2016. Lo riferisce FLAVIA FILIPPI in un servizio su Regeni andato in onda nell'edizione delle 20 del "TGla7" del 24 gennaio 2017.

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