Il trasporto pubblico è il futuro della mobilità

Posteggio selvaggio a Bergamo

Falsi miti di progresso e benessere hanno indotto i cittadini comuni a credere che il possesso di un mezzo di trasporto fosse essenziale.

Falso: il possesso di un’automobile non solo non è essenziale, ma è, addirittura, controproducente.

Infatti, oltre ad essere una fonte di spese non indifferente (anche quando l’auto resta ferma), esso genera una serie di problemi che si riverberano non solo sul possessore stesso dell’auto, ma, a cascata, sull’intera collettività.

Problemi come il traffico ingestibile, l’inquinamento, lo stress (derivante dal guidare su strade intasate e dal dover trovare un posteggio una volta giunti a destinazione), gli incidenti invalidanti e mortali...

Inutile proseguire nell’elenco degli effetti negativi, perché sono tutte cose largamente risapute e sotto gli occhi di chiunque.

Inutile anche pensare che non ci siano alternative al possesso di un’auto.

Le alternative esistono e sono tutte nel trasporto pubblico.

Una rete, quella del trasporto pubblico, che, almeno in Italia, deve essere incrementata e ammodernata, e non lasciata a se stessa come se essa non fosse una priorità.

Il trasporto pubblico, invece, è una priorità per il sistema Paese: se esso funzionasse davvero, consentirebbe ai cittadini di essere più liberi e di migliorare la loro qualità della vita.

Infatti, un trasporto pubblico davvero funzionante, fa risparmiare tanto tempo a chi ne fa uso, dandogli la libertà di “investire” il tempo guadagnato in altre attività che non siano quella del muoversi da un posto a un altro. 

E anche mentre ci si muove, il tempo può essere usato per fare delle cose (come leggere, scrivere, guardare video, ascoltare musica, conversare) che, se si è impegnati alla guida, non si possono fare (o si fanno a danno dell’attenzione che, invece, bisognerebbe dedicare alla strada).

Inoltre, la certezza dei tempi di percorrenza, la possibilità di iniziare nuove attività nel tempo guadagnato dall’usare il trasporto pubblico, e l’uso del tempo di percorrenza per dedicarsi alle attività sopra menzionate, migliorano la qualità della vita perché arricchiscono le persone ed eliminano una fonte di stress che chiunque conosce e può valutare su se stesso.

Assenza di auto sulle strade, poi, significa meno inquinamento e maggiore vivibilità delle città.

Significa più spazi per tutti: adulti e bambini. E, una città in cui gli spazi comuni non siano intasati dalle auto private, è, non solo una città più vivibile per tutti, ma anche più bella. 

Una bellezza che genera benessere mentale e aumento del senso di appartenenza a una collettività da parte dei cittadini. 

Infatti, lo spazio libero guadagnato dall’assenza delle auto è uno spazio che diventa, nuovamente, di tutti e per tutti. Uno spazio comune da conoscere e vivere collettivamente, così come, nel passato, erano le piazze.

Uno spazio, anche, più sicuro da vivere, perché spazio sociale.

Il futuro, se programmato nel presente, può e deve essere un futuro senza auto private per le strade. Un futuro di mezzi pubblici a disposizione di cittadini che si muovono in città e tra città senza l’incubo del traffico, dello stress di non arrivare in tempo, della paura degli incidenti, dello stress di dover trovare un posteggio una volta arrivati...


Ma, appunto, il futuro ha bisogno di essere programmato, e, per fare ciò, servono politici lungimiranti, intelligenti e indipendenti dal potere industriale.

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