Vengo in treno
   Il treno taglia la notte mentre
  
 
   mi percorri con le dita e
  
 
   giochi con la mia virilità.
  
 
   Non siamo soli nel vagone,
  
 
   ma ci protegge il buio e
  
 
   il giaccone steso sulle gambe.
  
 
   Lo straniero sorride complice:
  
 
   ha capito e sta al gioco.
  
 
   Ci guarda. Si sfiora. Reagisce.
  
 
   La viaggiatrice ammira il suo gonfiore
  
 
   e scorda la stanchezza. Si sente
  
 
   attraente e sorride compiaciuta.
  
 
   Bagno di me la tua mano e la giacca.
  
 
   Sorridi. Sorrido. Scendiamo
  
 
   e l’uomo ci saluta con un cenno.
  
 






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