Una profezia che parla di noi


Venerdì prossimo è il 21.12.12 il giorno in cui si dovrebbe avverare la Profezia dei Maya, di cui nessuno sa dire con precisione in cosa consista: pare che i Maya, infatti, avessero, per tale data, fissato la fine di un’Era, ma cosa ciò significhi davvero resta un mistero misteriosissimo.
Nel 2009 avevo invitato a partecipare a un sondaggino (ancora aperto) in cui chiedevo cosa farete il 20 p.v.; e in questi anni, affascinato da questa Profezia, ho cercato di documentarmi (con esiti discutibili).
Oggi penso che tentare di prevedere il Futuro con precisione “svizzera” dica molto di noi, della nostra smania di essere sempre pronti all’evenienza, efficienti ed efficaci. Pronti a non farci cogliere impreparati dagli imprevisti, perché... abbiamo previsto tutto, anche la proverbiale fine del mondo.
In altre parole, la Profezia dei Maya, parlerebbe di noi in modo davvero impensabile. Parlerebbe della nostra sbornia di efficienza, ma anche della nostra paura dell’anonimato. Della nostra smania di protagonismo, volesse anche dire essere attori dell’Apocalisse! 
Noi desideriamo che venerdì prossimo accada qualcosa di epocale (ma non definitivo), qualcosa da poter raccontare in futuro potendo dire: “Io c’ero”.
Eppure, più ci avviciniamo alla data e più ho l’impressione che l’attesa si sgonfi e che ci sia già chi è pronto a scommettere su una nuova data e a fare altri pronostici.

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