Periodicità superata

Sento ancora spesso associare la pubblicazione di post su blog alla periodicità.
Fin dall'esordio dei blog sulla scena internettiana, molti esperti di internet e comunicazione hanno sostenuto che per avere un pubblico è necessario essere costanti nella pubblicazione dei propri contributi, rispettando una certa periodicità.
Mi ha sempre lasciato un po’ scettico questa posizione e chi mi conosce sa che il mio credo è “pubblica quando hai qualcosa da dire”.
Ammetto, comunque, che, prima dell’avvento dei Feed RSS e dei social network, poteva avere un senso pensare a una pubblicazione regolare dei propri scritti (anche se, ripeto, è qualcosa che non ho mai attuato).
Poteva essere ragionevole in quanto, pubblicando di quando in quando, si poteva correre il rischio che i lettori potessero dimenticarsi di noi e dedicarsi ad altri blog.
Oggi, però, il navigatore, se legge qualcosa che lo interessa (che spesso trova interrogando un motore di ricerca), si iscrive ai Feed RSS della fonte che reputa interessante; e, se proprio ciò che ha letto lo ha convinto pienamente, non esita a chiedere l’amicizia all'autore su qualche social network, in modo da poter seguire le sue mosse più da vicino. 
E non è un caso che tantissimi blogger hanno sia un profilo su Facebook sia un account Twitter con i quali avvisano i proprio contatti quando pubblicano qualcosa di nuovo sul proprio blog.
Ecco allora che, a mio avviso, i Feed RSS e i social network hanno mandato definitivamente in soffitta un concetto ancora pienamente valido nel mondo dell’editoria tradizionale: quello della periodicità, appunto.
Che senso ha rispettare una periodicità se ci sono strumenti che chiamano i lettori sul sito quando si è pubblicato un nuovo contenuto?
La periodicità serve a chi fissa un appuntamento (in edicola) con i propri lettori, un appuntamento che non si può saltare pena la perdita di introiti monetari.
La periodicità serve quando è il lettore che va incontro al contenuto, ma a me sembra proprio non essere necessaria se il contenuto va dal lettore (come sta avvenendo ora nell'epoca del Web 2.0).

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