Umanità accresciuta

Giuseppe Granieri offre interessanti spunti di riflessione sull'uomo come è oggi e come potrebbe essere nell'immediato futuro con il suo nuovo saggio edito da Laterza: Umanità accresciuta. Come la tecnologia ci sta cambiando.

Va notato subito che né titolo, né sottotitolo recano traccia di punto interrogativo, ma sono entrambi affermativi. 
L'umanità, dunque, per Granieri è accresciuta e la tecnologia ci sta cambiando. Cambiando in positivo, dato che fa accrescere certe capacità.

Granieri, nel suo ragionamento, parte dal dato che “Nel giro di pochi anni – davvero pochi se consideriamo la prospettiva generale della Storia – abbiamo radicalmente cambiato l'organizzazione delle nostre società e l'equilibrio del nostro rapporto con il mondo”.


Un tale mutamento nei sistemi di riferimento ha fatto in modo che, oggi, si debba vivere in un sistema di regole che – afferma l'autore – non si erano previste e che nessuno domina completamente. 

Dunque, se non si vuole soccombere in tale nuovo scenario, è bene imparare le regole che lo determinano, il modo di comportarsi, di muoversi in esso, perché – ricorda Granieri – esso vive al di là del fatto che lo si accetti o meno. 
Esiste e si sviluppa indipendentemente dalle accettazioni o dai rifiuti dei singoli, dato che esiste e viene usato da una parte determinante di persone e istituzioni.

L'umanità accresciuta di Granieri è un'umanità che deve fare i conti con l'immaterialità, con un diverso tipo di corpo (immateriale, appunto), una “metafora” di corpo. 

Va notato, tra l'altro, che Granieri non ama il termine “virtuale” che considera distante e, in qualche caso, fuorviante, ma – in assenza di un termine più preciso – preferisce utilizzare il termine “metafora”. 
Granieri, quindi, non si riferisce a Second Life come a un mondo virtuale, ma come a una metafora di mondo e agli avatar come a metafore di identità. La distinzione potrebbe sembrare sopraffina, ma non lo è. 
Infatti, nel linguaggio comune (e non tecnologico), virtuale e metafora son due cose diverse: il virtuale è ciò che potrebbe essere, metafora è ciò che è ma è raccontato, alluso, in modo diverso (spesso in modo più evocativo e comunicativo). 
Usando il termine “metafora”, dunque, Granieri sottolinea che le azioni che si compiono quando si è online non sono meno reali di quelle agite quando si è offline.

In realtà, Granieri arriva a sostenere che, ormai, non c'è più soluzione di continuità tra la vita online e quella offline, in quanto, grazie a devices sempre più avanzati, siamo sempre collegati.
Collegati agli altri.


L'umanità è accresciuta, in quanto è accresciuta la sua capacità di tessere e mantenere vive le relazioni sociali tra i suoi membri. 

Perché le relazioni non hanno più bisogno di un “qui e ora”, né si basano su concetti che sono stati ritenuti validi per millenni, ma che oggi stanno definitivamente cambiando, a partire dai concetti di privacy e di identità. 
Granieri, tra l'altro, ricorda che “in Second Life o nelle chat su Internet possiamo scegliere il nostro genere, la nostra genetica e perfino la nostra specie. Con la tecnologia possiamo modificare radicalmente il nostro corpo”. 
Superare i limiti imposti dal biologico.

Un saggio, quello di Granieri, scritto con un linguaggio facilmente comprensibile che non pone ostacoli di comprensione anche a coloro che non sono nativi digitali o vecchi migranti, ma neocittadini.
Un saggio che merita di essere letto.

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