Sempre meno italiano – In cerca d'identità

Fino a non molto tempo fa mi sentivo profondamente italiano ed ero fiero di esserlo. Definirmi tale era per me fonte di un certo orgoglio: era come mostrare agli altri il mio vestito migliore. Solo dieci anni fa, infatti, comunicare a qualcuno di essere italiani era come richiamargli alla mente brandelli di Rinascimento, di Neorealismo, di film di Fellini e di Visconti, di esibizioni di Pavarotti, di creazioni di Valentino e di Armani, di interpretazioni di Mastroianni e della Loren.
Oggi essere italiani è difficile. Andare all'estero e dichiarare a qualcuno di essere tali mette a serio rischio di presa per il culo. Siamo diventati lo zimbello dei Paesi occidentali. Oggi “italiano” richiama alla mente degli stranieri nomi molto, ma molto, meno prestigiosi di quelli elencati qualche riga sopra. Persone dalle quali non mi sento in alcun modo rappresentato.
Oggi, lo affermo con dolore, dichiarare la mia nazionalità è fonte per me di qualche imbarazzo.
Oggi sono in cerca di una più consona definizione di me all'estero.
Oggi sono in cerca di una nuova identità...

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