La TV distrugge la civiltà
In Homo videns edito da Laterza, Giovanni Sartori – con un linguaggio chiaro, diretto e, a volte, colloquiale – sostiene una tesi forte: e cioè che «il video sta trasformando l’homo sapiens prodotto dalla cultura scritta in un homo videns nel quale la parola è spodestata dall’immagine».
Fin qui potrebbe sembrare una trasformazione con poche e ininfluenti conseguenze.
Per Sartori non è così, anzi: la trasformazione in homo videns può portare alla fine delle civiltà come noi la conosciamo.
Infatti, l’homo videns a differenza dell’homo sapiens sarebbe – per Sartori – incapace di capire tutto ciò che è simbolico, ovvero ciò che non può essere visto, ma che deve essere capito.
«L’homo sapiens […] deve tutto il suo sapere e proprio tutto il suo progredire nel capire alla sua capacità di astrazione», capacità annullata in un uomo cresciuto ed educato dalla televisione, nei programmi della quale tutto è affidato alle immagini, con la conseguenza che quanto non può essere mostrato, non entra in video e finisce per non esistere neppure.
«La televisione produce immagini e cancella i concetti; ma così atrofizza la nostra capacità astraente e con essa tutta la nostra capacità di capire»: il linguaggio concettuale (quello astratto) «è sostituito da un linguaggio percettivo (concreto) che è infinitamente più povero».
Inoltre, «Perdendo la capacità di astrazione perdiamo anche la capacità di distinguere tra vero e falso» finendo, così, nel credere vero tutto quanto la televisione ci fa vedere.
Fin qui potrebbe sembrare una trasformazione con poche e ininfluenti conseguenze.
Per Sartori non è così, anzi: la trasformazione in homo videns può portare alla fine delle civiltà come noi la conosciamo.
Infatti, l’homo videns a differenza dell’homo sapiens sarebbe – per Sartori – incapace di capire tutto ciò che è simbolico, ovvero ciò che non può essere visto, ma che deve essere capito.
«L’homo sapiens […] deve tutto il suo sapere e proprio tutto il suo progredire nel capire alla sua capacità di astrazione», capacità annullata in un uomo cresciuto ed educato dalla televisione, nei programmi della quale tutto è affidato alle immagini, con la conseguenza che quanto non può essere mostrato, non entra in video e finisce per non esistere neppure.
«La televisione produce immagini e cancella i concetti; ma così atrofizza la nostra capacità astraente e con essa tutta la nostra capacità di capire»: il linguaggio concettuale (quello astratto) «è sostituito da un linguaggio percettivo (concreto) che è infinitamente più povero».
Inoltre, «Perdendo la capacità di astrazione perdiamo anche la capacità di distinguere tra vero e falso» finendo, così, nel credere vero tutto quanto la televisione ci fa vedere.
Neppure Internet con la sua infinita “scorta” di informazioni e di cultura potrà venire in aiuto della civiltà: coloro che, educati dalla televisione, saranno privi di capacità di astrazione, in Internet cercheranno e troveranno solo un altro mezzo (oltre alla televisione) di svago e di divertimento che li aiuterà ad ammazzare il tempo.
Inutile dire che il potere della televisione sta cancellando la nostra democrazia: l’homo videns, disinformato (o informato solo di ciò che si è riusciti a riprendere), incompetente (ovvero non competente in quanto profondamente ignorante) e incapace di capire e di scindere ciò che è vero da ciò che è falso, è facilmente manipolabile da chi possiede e fa la TV.
Un libro, quello di Sartori, che vale la pena di essere letto (magari assieme a Cattiva maestra televisione) anche da chi non crede che la televisione possa fare tutti i danni descritti dal saggista (uno dei pochi studiosi italiani ad essere tradotti in più di trenta lingue).
Inutile dire che il potere della televisione sta cancellando la nostra democrazia: l’homo videns, disinformato (o informato solo di ciò che si è riusciti a riprendere), incompetente (ovvero non competente in quanto profondamente ignorante) e incapace di capire e di scindere ciò che è vero da ciò che è falso, è facilmente manipolabile da chi possiede e fa la TV.
Un libro, quello di Sartori, che vale la pena di essere letto (magari assieme a Cattiva maestra televisione) anche da chi non crede che la televisione possa fare tutti i danni descritti dal saggista (uno dei pochi studiosi italiani ad essere tradotti in più di trenta lingue).
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