Siamo obsoleti | Memoria inadeguata



Il nostro essere costantemente onlife (ossia il non fare più differenza tra ciò che si svolge offline e ciò che, invece, avviene online) ci ha portato, come esseri umani, ad essere obsoleti

Questione di memoria inadeguata.


Se, infatti, il nostro “sistema operativo”, tutto sommato, si difende ancora bene, la memoria, invece, no. 

La memoria è il nostro punto debole.

È ciò che ci rende obsoleti.


I nostri device raccolgono per noi (e, spesso, a nostra insaputa) una eccessiva quantità di dati che vengono tutti memorizzati e resi disponibili per sempre a una serie di soggetti (pubblici e privati) a noi spesso del tutto ignoti.


Di noi vengono memorizzati dati personali di cui sovente non siamo neppure a conoscenza.

Dati che riguardano il nostro stato di salute, il rendimento, la capacità di reazione agli stimoli, i gusti, le opinioni, le amicizie, le relazioni, gli acquisti, il patrimonio, i movimenti del corpo, i tragitti, i tempi, il sonno…

Dati che, anche quando a noi noti, spesso finiscono nel “dimenticatoio”, perché non abbiamo una infinita capacità di memorizzazione.


Ecco, la differenza sta proprio qui: noi comuni mortali abbiamo una memoria “finita”, “difettosa” e… “smemorata”; i data center no.


Potrebbe sembrare un gap di cui non darsi pensiero.

Non è così: il non ricordare ci rende fragili; manipolabili da parte di tutti quei soggetti in grado di elaborare i dati che gli abbiamo fornito. 


Manipolabili per intero.

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