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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Istruzione #1

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Ritengo che volere che la Scuola formi principalmente dei futuri lavoratori sia un errore dalle conseguenze devastanti per il tessuto sociale. Infatti, a mio avviso, l’istruzione scolastica dovrebbe sì formare al mondo del lavoro, ma dovrebbe, soprattutto, formare cittadini/e e uomini e donne consapevoli . Un lavoro lo si può imparare davvero solo sul posto di lavoro, mentre un’istruzione che aiuti l’individuo a prendere coscienza di sé e del mondo che lo circonda la si può ricevere solamente a scuola. In una scuola laica e statale, per inciso. Per formare cittadini/e e uomini e donne consapevoli, bisognerebbe tornare ad aprire le menti  degli/lle studenti/esse con materie come: l’ Educazione Civica , che insegni a leggere le diverse forme sociali/istituzionali con le quali una nazione può decidere di organizzarsi. Che insegni il rispetto dell’altro e faccia comprendere cosa sono i diritti e i doveri dei cittadini. Cittadini italiani, europei, globali. la Filosofia , la

Il comico in pubblicità

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Negli spot commerciali italiani vanno di moda i comici come testimonial dei più diversi prodotti e servizi. Ad ogni prodotto il suo comico di riferimento. Una battuta per spot. Tante battute quanti sono gli spot previsti dalla campagna pubblicitaria. Ma i comici nelle pubblicità funzionano? A giudicare dalla frequenza con la quale vengono utilizzati, parrebbe proprio di sì. Eppure il grosso rischio che si corre è la noia dello spettatore/consumatore. Infatti, una battuta, per essere efficace, dovrebbe essere nuova e imprevedibile. Come, in effetti, di solito è quando lo spot viene visto per la prima volta e, quasi sempre, riesce a strappare un sorriso. Quando, invece, la battuta è scontata e ripetitiva, allora semplicemente non fa ridere e rischia, anzi, di annoiare oltre misura. Ed è il caso delle battute ossessivamente ripetute (per ovvie ragioni) negli spot pubblicitari. I comici come testimonial commerciali funzionano, oppure rischiano di annoiare lo spettato