Schittino musica Ruocco

A inizio di quest’anno il Maestro Joe Schittino ha musicato una mia poesia (vedi). Dopo tale prima composizione, il Maestro ha creato, sempre su mie poesie, i Notturni notabili che qui presentiamo (intendo io e Schittino).

Le poesie che ho scritto hanno tutte un fondo erotico e sensuale, tipico della mia scrittura e, nelle composizioni del Maestro, «La tematica erotica delle poesie viene servita come un prelibato piatto sapido di divertissement, da cui ogni estenuazione o luogo comune è bandito in favore di una scintillante ironia riverberata dalla musica. [...] l’eros divertito dei testi poetici è trasposto in musica, nelle intenzioni del compositore, con una certa glaciale eleganza [...]».
Le quattro poesie che compongono i Notturni notabili sono:

Questa la partitura dei Notturni notabili di Joe Schittino.
La presentazione della partitura è bene sia fatta direttamente da Schittino, perché io non sarei minimamente in grado.
                          
I Notturni notabili JS 182 sono un ciclo di quattro poesie su testi di Danilo Ruocco musicati da Joe Schittino nel 2013.
La tematica erotica delle poesie viene servita come un prelibato piatto sapido di divertissement, da cui ogni estenuazione o luogo comune è bandito in favore di una scintillante ironia riverberata dalla musica.
Formalmente il vecchio modello della romanza italiana o del Lied tedesco è superato in favore di una forma liberamente modellata sul verso sciolto, e unificata da una certa “parentela” di armonie e coordinate intervallari nella melodia, che lega i quattro Notturni a diversi livelli di analisi.
Armonicamente il discorso si muove in un ambito che intercetta sia la libera atonalità che strutture desunte da modelli di scala ottafonica (la divisione dell’ottava per toni e semitoni rigorosamente alternati, teorizzata nei primi del Novecento da Rimskij-Korsakov e sviluppata da Stravinskij); la linea del canto, molto definita e priva di asprezze e salti troppo ampi (anzi, “condotta per mano” attraverso le dissonanze del pianoforte), crea un continuo “arioso” di taglio teatrale e si concentra su semplici intervalli reiterati di sapore furbescamente naïf (seconde maggiori e terze minori in “La verità del corpo”; quarte giuste in “Sesso sfrenato”).
Il ritmo è componente essenziale nei Notturni: messa al bando pressoché totale per i cosiddetti “gruppi irregolari” (in tutto il ciclo sono presenti appena due terzine!); uso intensivo dell’emiolia, ossia dell’ambiguità fra struttura ritmica scritta e sua percezione all’ascolto (in “Ritorni”); frequenti cambi di tempo; uso dell’articolazione (e in particolar modo dello “staccato” pianistico) in funzione ritmica.
C’è qualcosa di meccanico, di motoristico in questi quattro Notturni: l’eros divertito dei testi poetici è trasposto in musica, nelle intenzioni del compositore, con una certa glaciale eleganza – perché ogni gioco, e specialmente il gioco dei sensi, è sintesi di una battaglia – e le battaglie, come si sa, si vincono quando la mente scherza con il corpo e, sempre scherzando, perversamente lo trascende.

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