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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

Un invito da non ignorare

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Su “D” del 20 febbraio leggo un’intervista al direttore del “The Guardian” Alan Rusbridger il quale, alla domanda se la carta stampata si salverà (dai cambiamenti dovuti al progresso tecnologico) risponde: “Non stiamo a ossessionarci sulla carta, concentriamoci sul giornalismo, senza fissarci su come viene recapitato ai destinatari. Siamo aperti, linkiamoci al mondo, accettiamo le lezioni di Facebook, non barrichiamoci dietro il muro dell’informazione a pagamento”. Un invito che non dovrebbe essere lasciato cadere. Purtroppo, molti, troppi giornalisti italiani sono ossessionati dalla carta stampata a scapito del Web. Credo che le ragioni siano molteplici (anche non “nobili”) e vanno a sommarsi al dato culturale e anagrafico di quei giornalisti che invecchiano in redazioni ormai completamente sorpassate. Da tempo vado ripetendo - per convinzione personale - che il quotidiano cartaceo non ha più ragione di esistere.  Mi si ripete che non tutti hanno l’accesso a

Dubbi comunicativi

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Rompo prima il vetro o prendo prima il martello? Cartello della metro di Valencia (Spagna)

A Valencia che tempo fa?

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Foto scattata il giorno del mio compleanno nel parco del Turia a Valencia , dove non sanno cosa sia l'inverno...

Il muro invisibile

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La storia è piena di muri e di mura. Muri che dividono e, separando, ingabbiano chi si trova dalla parte sbagliata del muro. Tra i muri vergognosi (perché portatori di infelicità) che vengono subito alla memoria ci sono “il muro di Berlino” e il muro di Israele .  Muro che Israele ha costruito per separarsi dalla Cisgiordania con lo scopo ufficiale di lasciare fuori dai confini dello Stato i terroristi, ma che, come prevedibile fin dalla sua progettazione, non lascia fuori solo i terroristi, ma anche la povera gente (palestinese).  Ed è proprio la povera gente che più risente negativamente della costruzione del muro. Un muro lungo 725 Km e alto fino a 8 metri.   Una “robina” che non passa certo inosservata. Eppure… Eppure c’è gente per la quale il muro è invisibile. Eppure c’è gente per la quale le sofferenze e i disagi causati dal muro sono invisibili. Non tutti coloro per i quali il muro è invisibile sono persone indifferenti e completamente prive di sensibili

In Italia i leader più vecchi

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Non è una novità: Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano non sono propriamente due giovanotti.  Classe 1936 il primo e 1925 il secondo, sono rispettivamente il Primo Ministro e il Presidente (sovrani inclusi) più vecchi tra quelli dei Paesi dell’Unione Europea.  Il Primo Ministro più giovane, tra i 27 dell’UE, invece, è Valdis Dombrovskis (classe 1971), a capo dell’esecutivo lettone; mentre il Presidente più giovane è il bulgaro Georgi Sedefčov Părvanov (classe 1957).  Tra il Primo Ministro più giovane e quello più vecchio ci sono 35 anni di differenza, mentre tra i due Presidenti 32. Segue una tabella che fa il punto, ad oggi, della  situazione nell’UE. Paese Forma di governo Anno adesione UE Leader Nato Austria Repubblica parlamentare federale 1995 Werner Faymann (Cancelliere) 1960 Heinz Fischer (Presidente federale) 1938 Belgio Monarchia costituzionale federale 1957 Yves Camille Désiré Leterme (Primo Ministro)

Israele in Europa?

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In questi giorni il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, in visita a Gerusalemme, ha affermato che il suo più grande sogno politico sarebbe di vedere Israele in Europa.  Fermo restando che crediamo di capire che non intende spostare fisicamente lo Stato di Israele e portarlo in Europa, resta  misterioso  – per chi scrive – il motivo per il quale lo Stato di Israele dovrebbe far parte a tutti gli effetti dell’Unione Europea (stesso discorso vale per la Turchia). Chi scrive, infatti, crede che i legami tra i popoli europei, che dovrebbero essere maggiori e più saldi, possano essere vissuti come effettivi partendo da un dato geografico che è anche (e soprattutto) un dato mentale: i confini del continente Europa così come sono universalmente riconosciuti. La geografia, inutile negarlo, fa appartenenza… Ci sono molti modi per dimostrare una vicinanza, una simpatia, un’amicizia con uno Stato e i suoi cittadini, come, ad esempio, i trattati d’amicizia, economici ec

Invito a rendere l’Italia europea

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Sempre di più sento l’esigenza di dedicarmi con maggiore continuità alla politica del mio Paese: portare un piccolo contributo affinché l’ Italia (che amo) possa avvicinarsi all’ Europa . Si tratta di un’urgenza da cittadino. Cittadino che non si riconosce (o si riconosce poco) nelle scelte e nei dibattiti dei politici che siedono in Parlamento (siano essi al governo o all’opposizione). Mi piacerebbe poter fare qualcosa di concreto per tentare di svecchiare l’Italia. Per tentare di rendere il nostro Paese più in linea con le idee, la civiltà, le politiche, le pratiche europee. Portare l’Italia più vicina all’Europa e più lontana dal Vaticano. Sento di essere tra quanti ancora non si sono arresi e che credono che ci sia ancora la possibilità di evolvere, e costruire un Paese migliore…

Conservato in biblioteca

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Devo ammetterlo: mi fa un certo effetto sapere che i miei libri sono conservati in alcune delle più prestigiose biblioteche del mondo come la British Library (che possiede il mio Lavapiubianco ), la Princeton  University Library e la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti che possiedono il mio saggio su Tatiana Pavlova.