Prendere il treno - Contro il rischio del profilo e non del tuttotondo

Per buona parte della mia giornata sono collegato a Internet.
Leggo decine di fonti informative (di cui ho sottoscritto i feed rss); cerco altre informazioni sui motori di ricerca; scrivo qualcosa sui miei blog; creo e/o rafforzo relazioni tramite i social network.
Ogni mia azione viene catalogata, archiviata e concorre a creare il mio profilo individuale.

Per fare un esempio, quando interrogo Google, il motore di ricerca, nel restituirmi i risultati elencandoli per rilevanza, tiene conto di tutte le ricerche che ho effettuato precedentemente e, soprattutto, delle pagine che ho scelto di visualizzare in seguito ai suggerimenti che mi sono stati elargiti in precedenza. In tal modo, Google dovrebbe riuscire a visualizzare risposte sempre più vicine ai miei interessi. Google non stimola il confronto con idee diverse dalle mie, ma rafforza le mie convinzioni...

Analogamente si comportano i social network. Facebook mi suggerisce le persone che potrei conoscere tenendo conto sia del mio “profilo”, sia di quelli delle persone che già fanno parte della mia rete di amici. Ovviamente mi suggerisce di conoscere persone il più vicino possibile ai mie interessi, alle mie opinioni, alle mie certezze. Manco a dirlo, scambiando pareri con tali persone io rafforzo le mie opinioni...

Inutile sottolineare come le inserzioni pubblicitarie che mi vengono mostrate durante la navigazione siano il risultato preciso (e sempre più esatto) dell'analisi del mio profilo (quello che si crea costantemente durante la navigazione). Anche i miei acquisti online vanno a completare il mio profilo...

La mia vita è monitorata, studiata, orientata... come mai in precedenza; ovvero con sistemi di analisi spaventosamente corretti.

Il rischio che corro è quello di sclerotizzarmi nelle mie convinzioni, senza dare spazio al confronto.


Anche nella vita tridimensionale, ovviamente, sono soggetto passivo di profilazione: i miei acquisti con la carta di credito; l'uso delle carte fedeltà e la frequenza degli stessi negozi... concorrono a costruire il mio profilo. Ci sono, però, molte variabili che non possono essere monitorate, ad esempio, quando pago in contanti.

Inoltre, se è vero che tendo (come chiunque altro) a frequentare persone che “la pensano come me”, è altrettanto vero che vengo costantemente in contatto con tante persone con idee diverse dalle mie e che non sono come me. Ad esempio, quando prendo un treno, non ho alcuna possibilità di determinare l'identità degli altri passeggeri, venendo in tal modo in contatto con persone il cui profilo potrebbe anche essere distantissimo dal mio...

Se la frequenza assidua dei mie simili rafforza le mie convinzioni (con il rischio di estremizzarle), quella anche saltuaria con chi non è mio simile mi dà la possibilità di confrontarmi e di ampliare la mia visuale. Una visuale maggiore non significa necessariamente uno spostamento dalle mie posizioni; significa prendere visione che esiste anche una parte di panorama che, magari, non avevo visto da solo. Il confronto mi aiuta a poter vedere meglio la realtà che mi circonda.
 
Il profilo che si forma con la navigazione su Internet, seppure sempre più esatto, non può tenere conto dei movimenti non monitorabili che compio nella vita tridimensionale (e di cui ho fatto già cenno). Ovvero, non tiene conto dell'imponderabile, delle variabili, ma mi restituisce, appunto, un “profilo” e non un “tuttotondo” di me stesso. Aumenta, in tal modo, la bidimensionalità della fotografia della mia identità, nascondendone la profondità.
Non posso (né voglio) evitare di navigare nel Web, né posso evitare che venga monitorata la mia vita online. Posso, però, decidere di cambiare le mie abitudini di navigazione concedendomi più spesso “all'altro da me”, ossia a chi è distante dalla mia visione della realtà. In qualche modo, posso decidere di prendere il treno più spesso anche sul Web, invece che usare sempre la stessa barca... e tentare di conoscere anche persone distanti dalle mie convinzioni, viaggiando più spesso senza una meta precisa.
Ciò, ovviamente, non è per nulla semplice. Oltre a dovere lottare contro le mie abitudini, devo scalfire la naturale diffidenza di coloro che hanno un profilo distante dal mio e chiedere loro di farmi sedere nel posto accanto al loro per chiacchierare un po'. È con loro, infatti, che posso/devo viaggiare per commentare il panorama...

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